Startup Lion Campus: il futurismo africano secondo Francis Kéré
Se c’è un architetto che fa molto parlare di sé da qualche anno è sicuramente Francis Kéré. Oltre a essere talentuoso, è uno dei pochi africani a essersi fatto un nome sulla scena internazionale. È un ottimo candidato per il prossimo Premio Pritzker, l’attestazione più prestigiosa per quanto riguarda l’architettura. Sarebbe anche l’ora: l’Africa non ha mai ricevuto riconoscimenti dopo l’istituzione del premio, nel 1979. Tra gli ultimi lavori dell’architetto burkinabé figura lo Startup Lion Campus, dedicato alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. All’origine del progetto, Learning Lions è un’organizzazione senza scopo di lucro che accompagna i giovani adulti che vivono nelle zone rurali disagiate dell’Africa dell’Est affinché possano lavorare, vivere decentemente e diventare imprenditori nel campo delle nuove tecnologie senza dover abbandonare la loro terra natale.
Francis Kéré e lo Startup Lion Campus, per rilanciare il Turkana (Kenya)
L’organizzazione ha scelto il Turkana, una regione remota nel Nordovest del Kenya, alla frontiera con l’Etiopia, il Sudan del Sud e l’Uganda, come punto di partenza del progetto. Questo territorio paga il prezzo di infrastrutture scadenti e di un’offerta di lavoro pressoché inesistente. Se la vocazione sociale dell’architetto è pienamente parte della sua missione, Kéré si scontra spesso con la realtà, e le occasioni di esercitare il suo mestiere con la percezione di essere utile sono poco frequenti. Nel Turkana, la strada scelta da Francis Kéré prende forma attraverso un progetto che va ben al di là della sua funzione universitaria. Qui come altrove, in Africa, il suolo arido non permette un’agricoltura sostenibile. I beni alimentari essenziali vi giungono da città lontane, con davanti molte ore di strada. Gran parte della popolazione vive in condizioni molto precarie e grazie ad attività tradizionali, come l’intreccio di cesti o il settore meccanico. Queste imprese locali non hanno né la capacità di offrire agli abitanti impieghi fissi né tantomeno salari sufficienti per sfuggire alla povertà. In prima linea, i giovani sono colpiti in pieno da questa situazione, mentre il Turkana e i suoi 900 000 abitanti hanno la possibilità di accedere a Internet fino alle località più sperdute.
La diga idroelettrica Gibe III, finanziata dalla Banca europea per gli investimenti (BEI), dalla Banca africana di sviluppo e dai governi italiani, etiope e keniota.
Francis Kéré (in mezzo). Startup Lions Campus (in basso) poggia su risorse e competenze locali adatte alle sfide della costruzione contemporanea. Francis Kéré ha lavorato con un’impresa della regione.
Un progetto africano per gli africani
Consapevole della situazione, Learning Lions ha investito in questa avventura ambiziosa, con l’obiettivo di offrire una formazione di alto livello, competenze informatiche e possibilità di impiego per quei giovani che costituiscono un potenziale inespresso di talento. Francis Kéré si è prodigato nel suo compito, una sfida su misura per uno che ha fatto del suo mestiere un vero e proprio ingaggio. Questa operazione si colloca sulle rive del lago Turkana, recentemente inscritto nella lista del patrimonio in pericolo dell’Unesco: «Il progetto celebra la morfologia unica e la bellezza del suo sito. È costruito su due livelli che seguono la pendenza naturale e presenta ampi tetti-terrazze, ombreggiati da una vegetazione rampicante, che offrono una vista incredibile sul lago Turkana. Il complesso si ispira a delle collinette imponenti erette dalle colonie di termiti della regione. Alte torri di ventilazione creano un effetto da canna fumaria per raffreddare naturalmente i principali spazi di lavoro risucchiando l’aria calda verso l’alto, mentre l’aria fresca viene introdotta da basse aperture. Questo sistema permette al campus di resistere alle temperature elevate ed è particolarmente ben pensato, perché impedisce alla polvere di danneggiare le attrezzature informatiche. Oltre al loro ruolo funzionale, le torri costituiscono un punto di riferimento nelle vicinanze», spiega in dettaglio lo studio Kéré Architecture. Il progetto si compone di tre edifici principali collegati all’esterno da tre rampe di scale e da strutture a cielo aperto. Qui, come altrove, Francis Kéré è fedele alla sua filosofia: costruire per la comunità con la comunità, utilizzando le risorse locali in maniera innovativa: «Il nostro approccio è locale e inclusivo», riassume Francis Kéré. E aggiunge: «S’ispira al contesto di ciascun progetto e vi risponde mettendo al centro del processo gli utenti finali, per porre le domande giuste. Si nutre anche del nostro bagaglio in materia di creatività e di ingegnosità per fornire soluzioni sostenibili che proiettino una visione afro-futurista, rigettando le regole dominanti per crearci i nostri personali precedenti». Lo Startup Lions Campus propone oggi 100 posti di lavoro e costituisce la prima tappa di un cammino più globale che mira a estendere la rete Tic nell’intera Regione. Se funzionasse, questo progetto potrebbe diventare un modello che si diffonde sul territorio e innescare così un circolo virtuoso. La migliore delle ricompense per Francis Kéré.
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