Sci e grande ospitalità con vista Dolomiti
Nel cuore delle Alpi, le Dolomiti formano quasi un territorio a parte, tanto per i paesaggi maestosi che offrono quanto per la composizione rocciosa che li caratterizza. È lo scienziato francese Déodat Gratet de Dolomieu che, alla fine del XVII secolo, evidenzia le particolarità geologiche di questo massiccio montuoso – carbonato doppio di calcio e magnesio – e, più tardi, ne ispira il nome. Le cime, attorno ai 3 000 m, sembrano emergere dalle viscere della terra formando dei picchi di una perpendicolarità vertiginosa. Nel corso del XX secolo, le Dolomiti, che in gran parte si dispiegano nell’Alto Adige (o Sud Tirolo), sono diventate un parco di prim’ordine per gli appassionati della montagna e delle attività sportive a essa collegate. L’alpinista Reinhold Messner ne è senza dubbio il miglior ambasciatore, con le sue conquiste ripetute, in estate come in inverno, sulle cime più note: la Marmolada (3 343 m), Piz Boè (3 152 m), Sassolungo (3 181 m), Tre Cime di Lavaredo (2 999 m). Il territorio è stato messo a disposizione dei più, equipaggiato di importanti impianti meccanici di risalita. Così, le Dolomiti si presentano al grande pubblico come uno degli spot più ricercati in Europa per lo sci alpino. In parte anche grazie a un pass specifico: Dolomiti Superski. Sono una dozzina i comprensori sciistici compresi in questo abbonamento che permette di programmare itinerari su più giorni. Niente equipaggiamento da spedizione per questo periplo tra i monti: dei buoni sci da pista e uno zaino dalla capienza media per qualche ricambio sono sufficienti. Una delle particolarità consiste infatti nella straordinaria offerta di ospitalità di cui dispone la maggioranza delle località (e a volte direttamente sulle piste), dove le architetture combinano materiali tradizionali (legno e intonaci) e linee contemporanee.
Ph: A. Puggiotto. Il messner mountain museum, progettato dallo studio zaha hadid architects
Ph: A. Puggiotto. l’alpinn, il ristorante del museo lumen a plan de corones a oltre 2 000 m di altezza.
Sciare, riposare, ripartire
Il Plan de Corones o, in tedesco, Kronplatz, è una base ideale per iniziare l’itinerario. Per mettersi in forma, questo grosso panettone (2 275 m) dispone di una collezione di piste spalmate su quasi tutti i versanti. Sarebbe del resto un peccato passare a fianco di due piste nere scendendo verso Riscone o non affrontare gli otto chilometri della Percha-Ried (pista rossa). La cima ospita anche un paio di luoghi piuttosto unici per un comprensorio di sci: due musei, il Mmm Corones e il Lumen, consacrati entrambi all’universo della montagna. Nel caso del Lumen, la visita è arricchita dalla possibilità di pranzare all’AlpiNN, in cui il pranzo diventa un’autentica esperienza sia gastronomica sia panoramica. Qui, i più esperti non si sottraggono dal cimentarsi sull’Erta (pista nera della coppa del mondo femminile), prima di scendere dalla Piculin – attenzione, l’esposizione sud può bagnare la neve – verso la Val Badia. Une navetta permette di raggiungere i primi impianti dell’Alta Badia, una quindicina di chilometri più a sud, là dove la valle si allarga. Là, se si ha abbastanza tempo, ci si può facilmente spingere fino alle vette di San Cassiano o Corvara in Badia, sempre non si decida di andare in hotel per riposare prima di ritrovarsi la sera con gli amici davanti a uno degli indirizzi gastronomici del perimetro. Per citare solamente gli imprescindibili: il celebre St. Hubertus, dello chef triplamente stellato Norbert Niederkofler, e La Stüa de Michil, della famiglia Costa. La sveglia di primo mattino è d’obbligo, perché la giornata promette di essere bella fitta sulla Sellaronda. Questo circuito sciistico di una quarantina di chilometri propone un’esperienza al contempo sportiva e contemplativa tra le più memorabili. Si può praticare in entrambi i sensi, passando vicino a Corvara, Colfosco, la Val Gardena, la Val di Fassa, Arabba e offrendo dei panorami mozzafiato sul Piz Boè, nel cuore del gruppo del Sella, così come della Marmolada. Anche qui, prestando attenzione all’orario, la discesa da questo punto apicale delle Dolomiti attraverso la famosa pista nera Vallon vale il viaggio, prima della sosta serale in Alta Badia.
Ph: A. Puggiotto. La cabinovia plans-frara in alta badia, impianto di passaggio del sellaronda, percorso lungo circa 40 km
Ph: A. Puggiotto. Lo chalet rönn: camere e appartamenti di prima classe a colfosco, in alta badia.
Ph: A. Puggiotto. Lo chalet rönn: camere e appartamenti di prima classe a colfosco, in alta badia.
Piccolo paradiso
A Selva, piuttosto che proseguire il circuito, si scende fino a Santa Cristina per risalire fino a Col Raiser e poi a Seceda (2 518 m). Da lì, la pista serpeggia gradevolmente nei boschi fino a Ortisei. La traversata della stazione impone di togliersi gli sci per poter raggiungere la telecabina di St. Ulrich. Dopo una ventina di minuti di salita, è davvero un altro mondo che si offre allo sguardo. Si ha l’impressione di essere arrivati in un piccolo paradiso, che peraltro fa parte del Patrimonio Mondiale dell’Unesco. «L’Alpe di Siusi è l’alpeggio più alto d’Europa, abbarbicato a circa 2 000 m di altitudine, e si inscrive in un immenso anfiteatro (52 kmq), dove, come vedete, il rilievo è molto dolce», sottolinea Angelika Sattler, proprietaria dell’hotel Icaro. Il tempo di una pausa per togliersi di dosso lo zaino, e la scommessa è fatta, si va, se non per mangiare per bere un bicchiere allo Zallinger, che si trova all’estremità del comprensorio. Totalmente isolato in uno scenario da cartolina, questo hotel-ristorante assomiglia a un piccolo borgo, con i suoi chalet dal design raffinato. Gli orari degli impianti ci spingono a raggiungere l’Icaro per passarvi un momento di relax nella piscina esteriore. Il giorno seguente, dopo esser scesi per la nuovissima pista Pilat (cinque chilometri di curve attraverso la foresta per andare a Ortisei), c’è più di una possibilità: ripartire in autobus per Brunico (due ore) per recuperare se necessario la propria auto, rinfilare gli sci verso Corvara per prendere una navetta Cortina Express che porta all’aeroporto di Venezia, o prolungare l’avventura raggiungendo il comprensorio della Plose, posto sulle altezze di Bressanone (un’ora di bus). Sempre nel gruppo Dolomiti Superski, il complesso offre un’altra esperienza del gruppo, con i suoi panorami aperti, e, per gli amatori, la discesa della Trametsch, la pista più lunga dell’Alto Adige, che si snoda su circa nove chilometri di curve e 1 400 m di dislivello. Per il piacere delle vostre gambe!