Due Lune Puntaldia, la Wisteria Lane sarda
I fan della serie tv Desperate Housewives sanno bene di cosa si parla quando si cita Wisteria Lane. Per chi invece non la conoscesse, è il quartiere residenziale dove s’intrecciano le vite delle protagoniste, le quattro “casalinghe disperate” di Fairview. Evochiamo questa città immaginaria, ideata da Marc Cherry, nella sua apparente tranquillità perché in Sardegna, a San Teodoro, esiste un consorzio che, potremmo dire, ne è la trasposizione reale, con la differenza che al Due Lune Puntaldia Resort&Golf la calma è tutt’altro che illusoria.
Tra aiuole ben curate e strade terse, regna la serenità di un luogo sicuro, dove si soggiorna coccolati e circondati da una natura rispettosa e rispettata, vivace durante la bella stagione e silenziosa e poetica il resto dell’anno, quando i turisti emigrano come stormi di fenicotteri lasciando che la cittadina cada sotto l’incantesimo di un lungo letargo per poi risvegliarsi ai primi soli di primavera.
Questo lembo di Punta Sabatino – piccola penisola che gli antichi pescatori sardi chiamavano Aldia belvedere – è stato terreno fertile per le idee dei fratelli Fumagalli, industriali milanesi fondatori della Candy Elettrodomestici, che negli Anni 70 hanno dato vita a quello che sarebbe diventato il Consorzio di Puntaldia – da non confondere con il Costa Smeralda, che quest’anno compie 60 anni – , pensato da Peppino Fumagalli e progettato da Gianni Gamondi e Vittorio Antonioli: 800 case in pietra di campo rosato, ben contestualizzate nell’area protetta circostante e fornite di ogni tipo di servizio, dalle boutique alle strutture sportive, dai ristoranti al porto, fino alla farmacia, anzi la FarmAldia.
La storia che stiamo per raccontarvi inizia con due cuori innamorati (cliché!), uno dei quali è proprio quello di Peppino Fumagalli, oculato imprenditore dall’animo romantico. È estate. E Peppino e la consorte Giovanna se ne stanno abbracciati sulla riva del mare, inebriati dal vento, assorti a osservare la bellezza della luna che, quella sera, è grande e luminosa, e fiera si riflette nel mare, duplicandosi.
Da quell’episodio nacque il nome per il resort che Peppino fece realizzare nel 1983 tra le spiagge bianche di Lu Impostu, Cala Brandichi e La Cinta: Due Lune, simbologia che ritroviamo negli ambienti e negli arredi della Villa (dal pattern dei cuscini alle maniglie degli armadi in legno) e che, come un fil rouge, ci riporta dritti dritti a quella notte.
Sogni che passano di generazione in generazione come testimoni di un’impresa familiare oggi portata avanti da Carolina Fumagalli. La nipote di Peppino, infatti, alla guida del resort accanto al padre Beppe, porta al Due Lune Puntaldia Resort&Golf le sue giovani idee e la quinta stella, con lo scopo però di mantenere viva la tradizione fondata dal nonno: una grande villa dove gli ospiti si sentano a casa.
Giovanni Fiorin, fondatore dei locali milanesi Dry e Goto, ha escogitato la formula food & beverage del resort.
Il fascino rétro dell’ambiente si respira a partire dai pezzi vintage in midollino Anni 70, recuperati e mescolati con gusto a mobili artigianali dal sapore più contemporaneo dallo studio Castagna 1939, artefice del recente restyling. A solleticare l’anima sarda della proposta food & beverage è approdato dal Continente il fondatore di locali milanesi di successo come il Dry e Goto: Giovanni Fiorin, che si diverte a sperimentare mixando gin sour e maraschino con liquore alla violetta, mentre proposte gourmand sono servite dai ristoranti Le Caravelle, Il Gazebino – a un passo dalla spiaggia, regno di orto e pescato – e dal Luna Nuova Cafè, dove si spiluzzica fino a tarda sera.
Perché al Due Lune le giornate scorrono lente, di quella lentezza che andiamo spesso cercando. Dal risveglio con vista sulle isole di Tavolara, Molara e Molarotto (di cui godono tutte le 65 camere, arredate come yacht con lampade da carteggio, usate un tempo per consultare le mappe nautiche), le ore volano tra escursioni sulle terre calcaree e granitiche che affiorano dall’acqua come “montagne di mare”, un tuffo in quell’azzurro che sa di Sardegna pura, l’aperitivo in piazzetta, ovunque circondati dalla bellezza della riserva naturale di Tavolara-Punta Coda Cavallo, che vanta la maggiore densità di pesce in Europa.
Lo spettacolare panorama di cui si gode giocando al campo del Golf Club.
Uno scenario visibile anche dal campo del Golf Club panoramico, tra i più scenografici al mondo. Nove buche a picco sul mare per ammirare la natura, respirare la brezza marina e i profumi mediterranei mentre si pratica, incerti tra giocare d’incanto o incantarsi a guardare? Nel dubbio, appare doveroso soffermarsi al tramonto al tee shot della buca 4 con affaccio sulla Laguna di San Teodoro, casa dei flamingos, chiamati dai sardi genti arrubia, ossia “gente rossa”. Oppure per citare la scrittrice sarda premio Nobel, Grazia Deledda: “Uccelli mai veduti, con le ali iridate, si sollevano dallo stagno, come sgorgassero dall’acqua, disegnando nel cielo una specie di arcobaleno: forse un miraggio”. Fino a quando il chiarore della luce vespertina non illumini gli scogli alla numero 6. Ancora tre colpi e si completa il giro: faremo hole in one alla prossima dog-leg? Giocare d’incanto e incantarsi a guardare: il dubbio non si scioglie. E perché dovrebbe?