La galleria di Milano dove il cinema è un poster d’artista
Ci racconta Alberto Bozzoli che quando un passante si ferma più di 15 secondi davanti alla vetrina, incuriosito da quelle immagini colorate e da quei titoli che un po’ devono sembrargli familiari, lui esce dalla galleria e lo invita a entrare, per introdurlo come si deve alle squisitezze dell’alternative movie poster. La galleria si chiama Soggettiva e la sua vetrina si affaccia su via Sottocorno, giusto in quel tratto di strada monopolizzato dagli spazi di uno dei ristoranti più conosciuti di Milano. È l’ultimo approdo di Alberto, che ha iniziato a Mediaset (dove si occupava delle proposte cinematografiche del network) per poi dare vita a RossoSegnale (“cocoon” boutique hotel con focus sull’arte, pensato come una casa di amici immersa nelle cose belle) e quindi al Cinemino, sala piccina (nomen omen…) subito diventata di culto per un pubblico informatissimo e à la page. L’esperienza del Cinemino, per Alberto e il suo compagno d’avventura Raoul Simoni, si è chiusa nel settembre 2021; nel novembre 2022, invece, il debutto della nuova iniziativa, che fonde i mondi attorno ai quali ruotano le energie e le passioni di entrambi: il cinema, l’arte e l’ospitalità, di cui Alberto dà prova quando illustra il suo lavoro. Soggettiva Gallery porta per la prima volta in Italia gli alternative movie poster di cui si accennava all’inizio, locandine cinematografiche “altre” rispetto alle originali, spesso riferite a titoli fondamentali della storia del cinema, reinterpretate attraverso trasformazioni grafiche o rielaborazioni espressive soggettive – per l’appunto. In queste settimane (fino all’11 febbraio), le sue pareti ospitano l’approfondimento Lynch Highway, dedicato all’universo del maestro David Lynch, i cui titoli vengono riletti e filtrati dalla sensibilità di diciotto artisti, emergenti e non, di provenienza internazionale: dalla malinconica istantanea con cui George Townley cristallizza le atmosfere di Mulholland Drive alle spirali black & white tracciate da Przemek Debowski per Dune. Approcci ibridati e stili diversi, dal pop più sfacciato all’intimismo. I prezzi oscillano dai 60 ai 170 euro, quindi decisamente abbordabili. Le opere che la galleria presenta sono opere che i due curatori setacciano nei circuiti internazionali, oppure che vengono commissionate ad hoc. Decisiva la fase in cui questi lavori vengono trasferiti su carta, per cui molta attenzione viene posta alle peculiarità della materia prima e alla relazione con lo stampatore. Prossima mostra a metà febbraio, che il calendario impone di dedicare alla cinematografia sentimentale. Buon San Valentino – in anticipo – a tutti.
Lynch, Red Blue Velvet. Art: Jeffrey Everett
Lynch, Blue Velvet. Art: Bartosz Kosowski
Lynch, Dune. Art: Przemek Debowski
Lynch, Lost Highways. Art: Bartosz Kosowski