La Grecia nuova Mecca dei contaminatori
La Grecia è il nuovo “place to be”, il “posto giusto”, quello in cui negli ultimi anni creativi di ogni dove hanno scelto di vivere e lavorare. Il fermento è iniziato nel 2017, quando l’esposizione quinquennale d’arte contemporanea Documenta – tra le più prestigiose al mondo – è uscita per la prima volta dai confini di Kassel, in Germania, per svolgersi ad Atene e “imparare” da questa città, come recitava il suo slogan, ad affrontare i dilemmi economici, politici, sociali e culturali dell’Europa contemporanea. Risultato? 47 sedi espositive e più di 300 000 spettatori provenienti da oltre 50 Paesi del mondo hanno fatto di Documenta 14 la mostra d’arte contemporanea più visitata della storia della Grecia.
Atene “nuova Berlino”
In quanto epicentro della crisi, economica e dei rifugiati, che dal 2009 ha investito l’Unione europea e il Mediterraneo, la Grecia è diventata così – con un effetto paradossale – una cause célèbre, tanto che molti media hanno cominciato a chiamare Atene “la nuova Berlino”, con riferimento agli anni in cui la capitale tedesca attraeva creativi e start-upper di tutta Europa. Complici gli affitti bassi di spazi da utilizzare come studi e sedi espositive, creativi internazionali si sono riversati qui cavalcando l’onda di questa nuova energia. Claudio Coltorti è uno di loro. Nato a Napoli nel 1989, si è formato come pittore all’École Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi. Dopo dieci anni trascorsi nella Ville Lumière, si è trasferito ad Atene, dove vive tuttora. «Sono venuto a stare con la persona che amo e questa è senza dubbio una delle scelte migliori che abbia mai fatto», ha ammesso. Ad Atene ha vissuto prima a Gazi, poi a Platia Viktorias e infine a Exarchia, l’ex quartiere anarchico dove nel 1973 prese il via la rivolta studentesca contro la dittatura fascista dei colonnelli. Anche se stabilirsi qui è stato meno conveniente di quanto si aspettasse, a poco a poco l’artista si è innamorato della città: «Atene è molto diversa da Parigi, ma molto simile a Napoli. Mi affascina lo stile dei suoi edifici e l’ottimo cibo. Mi sento fortunato ad aver scoperto le canzoni del rebetiko [la musica popolare greca, diventata nel 2017 Patrimonio Unesco, ndr], che mi hanno spinto a ricominciare a suonare, come facevo quand’ero più giovane. Per le strade di Atene, d’altronde, si possono incontrare i musicisti più talentuosi!». Al di là dell’innegabile “effetto Documenta”, come lo ha chiamato il curatore d’arte Panos Giannikopoulos, il Paese in effetti non è mai stato a corto di spirito creativo, anche musicale. Gli artisti stranieri che hanno scelto di venire a vivere e lavorare qui, con il tempo, hanno effettivamente contribuito ad alimentarlo in molti modi. Negli Anni 60, per esempio, Leonard Cohen fece dell’isola di Idra il suo santuario, mentre ai giorni nostri a essersi innamorati della Grecia sono il pianista franco-canadese Alain Lefèvre e il cofondatore della band post-punk Tuxedomoon, l’americano Blaine L. Reininger. Ancora un compositore, l’inglese Ross Daly, ha inserito Creta nella mappa della scena musicale contemporanea. Trasferitosi su quest’isola nel 1975, Daly ha fondato qui il Labyrinth Musical Workshop, che organizza concerti e seminari di musica tradizionale di tutto il mondo.
silvia fiorucci, collezionista d’arte e design e ideatrice di 4room, nell’isola kastellorizo.
Pittori, scultori, designer
Nell’ambito delle arti visive, la gallerista inglese Jill Yakas ha svolto un ruolo chiave nel promuovere gli artisti britannici espatriati in Grecia. Attraverso mostre organizzate prima al British Council di Atene e poi nella sua galleria omonima nel sobborgo di Kifissia, Yakas ha contribuito a far conoscere autori come Hilary Adair, Delia Delderfield, Cherry Pickles e William Pownall, le cui opere celebrano i colori e i paesaggi della Grecia. «Vedono le cose in modo diverso da come le vediamo noi», spiega lei. «A volte serve lo sguardo di un outsider per ricreare quella che il pittore John Craxton ha definito “l’aria luminosa” della Grecia», aggiunge. Klaus Jürgen Schmidt è un altro creativo che ha trasformato Atene nella propria casa. Metà tedesco e metà sudafricano, ha vissuto dieci anni a Londra prima di stabilirsi nella capitale greca: «Sono arrivato qui nel 2015, quando Londra cominciava a sembrarmi un luogo morto sotto molti aspetti», ricorda. E prosegue: «Non c’era posto più diverso per trasferirsi, ma sembrava la scelta perfetta e mi sono lasciato affascinare». Ad Atene ha preso uno studio nel quartiere di Kerameikos, dove nell’antichità sorgevano i laboratori dei vasai. Qui l’artista, che si muove con disinvoltura tra diversi mondi creativi, realizza vasi e disegna tessuti per la moda, da Versace a Hussein Chalayan e Martine Rose, fino al marchio italiano di culto Magliano (vincitore nel 2023 del premio Karl Lagerfeld). «La città, la Grecia in generale e la regione del Mediterraneo orientale nel suo insieme sono tutte influenze significative per il mio lavoro. In qualsiasi cosa io crei, troverete elementi d’ingiustizia e tragedia, dolore e perdita, concetti modellati dal Mediterraneo turbolento e da questa creatura ipnotica e malinconica che è la Grecia», spiega. Sull’isola di Kastellorizo, dove nel 1991 Gabriele Salvatores girò il film da Oscar, Mediterraneo, sorge invece il boutique hotel Casa Mediterraneo. Realizzato dal cofondatore dello studio Noor Design, Luc Lejeune, e dagli architetti Grégoire Du Pasquier e Marie Rivalant, l’hotel – di sole sei camere – è una promessa di benessere e tranquillità che guarda all’ideale della vita lenta. Nessuno dei soci è greco, ma tutti e tre per qualche motivo si sono innamorati di questa piccola isola rocciosa attaccata alle coste turche. Prima è stata la volta della parigina Marie Rivalant, che già qui aveva acquistato un’antica villa sul mare, poi dell’amico Lejeune, anche lui di origini francesi e con casa estiva sull’isola (nel resto dell’anno vive ad Atene), e infine del ginevrino Du Pasquier, cofondatore dello studio G8A con uffici in Vietnam, Singapore e Ginevra. Rispecchiando il loro spirito cosmopolita, Casa Mediterraneo rievoca l’atmosfera di certe case di villeggiatura degli Anni 70 e 80, rilassate, ma sofisticate. «Volevamo creare un luogo che celebrasse l’isola e condividesse le emozioni, le esperienze e i ricordi accumulati negli anni, mostrando il massimo rispetto per l’ambiente. In definitiva progettare un luogo dove rilassarsi e dove l’apertura mentale e la generosità dessero il tono», raccontano i tre.
l’associazione non profit società delle api, a kastellorizo, promuove lo scambio culturale e l’interdisciplinarietà, proponendo le sue residenze d’artista.
silvia fiorucci, collezionista d’arte e design e ideatrice di 4room, nell’isola kastellorizo.
anfore rivisitate da klaus jürgen schmidt, metà tedesco e metà sudafricano.
Ancora a Kastellorizo ha sede il progetto 4Rooms sviluppato da Silvia Fiorucci, collezionista di arte e design e frequentatrice assidua dell’isola, con Società delle Api, organizzazione non profit da lei fondata con lo scopo di promuovere lo scambio culturale e l’interdisciplinarietà. Avvalendosi della curatela di Annalisa Rosso, direttrice editoriale della piattaforma del Salone del Mobile e cofondatrice dello studio di consulenza progettuale Mr.Lawrence, Fiorucci ha affidato a quattro studi di design – Phanos Kyriacou (Cipro), Julie Richoz (Francia), Studio Brynjar & Veronika (Islanda-Germania) e Und.studio (Germania) – la creazione di altrettante stanze di Porta Rossa, storica casa del centro appartenuta a una famiglia di commercianti di spugne e poi ristrutturata dall’imprenditrice mantenendo inalterate le caratteristiche originarie. Allo studio francese Superpoly è stato commissionato invece il rifacimento degli spazi comuni. «Ho voluto dare continuità al progetto che avevo realizzato nella mia casa di Grasse in collaborazione con la Villa Noailles [capolavoro modernista di Robert Mallet-Stevens, oggi centro d’arte contemporanea, ndr], creando un dialogo tra i due luoghi che vivo e amo di più e intorno ai quali si sta costruendo una comunità di artisti, designer e intellettuali», dice Fiorucci. 4Rooms, la cui realizzazione è confluita in un libro omonimo edito da Nero Editions, ospiterà i programmi di residenza di Società delle Api. Confermando la capacità dell’isola e dell’intero Paese di attrarre menti brillanti da tutto il mondo.