Island Records, L’isola dei tesori
La leggenda è durata a lungo. Appena superata l’adolescenza, Chris Blackwell sarebbe stato salvato da alcuni rastafariani che l’avrebbero soccorso lungo la costa giamaicana dopo il naufragio della barca a vela su cui navigava. A 60 anni di distanza, il padre della Island Records ha consegnato alle pagine della sua autobiografia (The Islander: My Life in Music and Beyond pubblicata nel 2018 da Gallery Books) una versione meno idilliaca della sua disavventura. Blackwell non era da solo su quella che, in realtà, era una barca a motore, e fu costretto a riparare sulla costa perché era rimasto a secco. Lì venne soccorso dagli abitanti di una porzione remota e ostile dell’isola. Ma il punto fondamentale è proprio questo. venendo in contatto con loro, Blackwell scopre una cultura sconosciuta che deciderà di far conoscere al mondo intero. E così nasce Island Records: etichetta discografica di grandi successi, tra gli Anni 70 e 90, in generale e del reggae in particolare grazie a Bob Marley & the Wailers, Jimmy Cliff o Burning Spear.
bob marley, il più grande “portavoce” del reggae: star internazionale grazie al “fiuto” del fondatore della island.
grace jones, modella, attrice e cantante: tra i volti più noti della casa discografica.
Grazie mamma…
Nato a Londra nel 1937, Blackwell cresce in Jamaica, dove la famiglia di sua madre è proprietaria di una piantagione di canna da zucchero e di una distilleria di rum. Poco voglioso di andare a studiare in Europa, si dedica a lavoretti, come la gestione di juke-box. Dopo la disavventura in barca, con 10 000 dollari messi a disposizione dai genitori crea nel 1959 la Island Records, che immagina come rampa di lancio per la scena locale. Registra musica popolare, assicurandosi qualche successo. La madre di Blackwell, amica e amante di Ian Fleming – autore di James Bond che si ispirò a lei per due personaggi delle sue avventure –, riuscì a ottenere per Chris un posto come assistente alla regia in Agente 007 – Licenza di uccidere; ma lui, pur tentato dal cinema, opterà per la musica. Rivolgendosi alla comunità giamaicana della Gran Bretagna, Blackwell si associa all’etichetta Philips per distribuire i suoi progetti a più forte potenziale. L’idea è giusta, e il singolo My Boy Lollipop di Millie Small, da lui prodotto nel 1964, vende più di sette milioni di copie. Primo successo ska internazionale della storia e trampolino di lancio della Island Records. Blackwell torna in una Londra in piena effervescenza “Swinging Sixties”. Il suo talento lo spinge a stipulare contratti con i fiori all’occhiello della scena folk e rock, facendo della Island l’etichetta indipendente di riferimento, con un catalogo in cui spiccano The Spencer Davis Group, Traffic, Nick Drake, Free, King Crimson, Fairport Convention, Emerson, Lake & Palmer, Jethro Tull, Cat Stevens, Roxy Music e gli Sparks. Forte di un marchio affermato, Blackwell onora la Giamaica. Prima stipulando un contratto con il gruppo Toots & the Maytals, l’inventore del termine reggae con il suo titolo Do the Reggae, poi finanziando Catch a Fire, il primo disco di Bob Marley con i suoi Wailers, il grande ambasciatore del reggae fino (e anche ben oltre) alla sua scomparsa nel 1981. E quindi Marley, Toots & the Maytals, ma anche Burning Spear, Lee Perry e i suoi Upsetters, Augustus Pablo, Black Uhuru, Third World, Junior Murvin… così come i loro corrispettivi british quali Steel Pulse o Aswad. Una squadra formidabile.Blackwell crea altre etichette specializzate, tra cui la celebre Mango, e al suono Blackwell aggiunge le immagini, come quando produce The Harder They Come (uscito in Italia con il titolo Più duro è, più forte cade), film poliziesco giamaicano con Jimmy Cliff in primo piano.
chris blackwell (a sinistra) e il produttore steven stanley nei compass point studios fondati dal primo a nassau, alle bahamas.
gli uffici dell’etichetta a londra nel 1979.
Destinazione Bahamas
Nel 1977, consapevole della crescente influenza delle musiche caraibiche nel mondo, immagina un luogo capace di cogliere i sovvertimenti in corso, metabolizzando sia la disco music che rivoluziona la musica da ballo sia la democratizzazione del sintetizzatore e dei locali notturni che trasformano il pop. A Nassau, capitale delle Bahamas, Blackwell fonda così il Compass Point Studios, dove i migliori musicisti della Giamaica potevano incrociarsi con gli artisti occidentali, una sorta di equivalente tropicale dei celebri Motown di Detroit o Stax di Memphis, che disponevano allora della crème degli strumentisti per accompagnare la scena soul. Forma il Compass Point All Stars attorno alla sezione ritmica dei Wailers (il batterista Sly Dunbar e il bassista Robbie Shakespeare) con, tra gli altri, il tastierista francese (del Benin) Wally Badarou. Nei 20 anni che seguono, il luogo partorisce alcuni capolavori, tra cui gli album di Grace Jones, nuova principessa disco-new wave, Sheffield Steel di Joe Cocker o Chill Out di Black Uhuru. Anche Tom Tom Club, il progetto danzante di Tina Weymouth e Chris Frantz dei Talking Heads, nasce fondendosi con il gruppo dello studio, aggiudicandosi la hit mondiale Wordy Rappinghood. Incrociare musiche diverse: è stato Blackwell a concretizzare il sogno del “crossover”. Ma anche altri artisti, come Ac/Dc, Talking Heads, Mick Jagger o Ian Dury, hanno inciso qui alcune delle migliori opere della loro carriera, collaborando con uno o più musicisti del posto. Infine, la storia del pop e del rock annota i nomi di tutti gli altri venuti a registrare tutto o una parte di un album semplicemente per approfittare delle vibrazioni del luogo e della posizione soleggiata, tra i quali gli Abba, B-52’s, Roxy Music, Bryan Ferry, Robert Palmer, Spandau Ballet, Iron Maiden, Thin Lizzy, Sade… Dagli inizi degli Anni 90, Blackwell si disimpegna poco a poco dagli studi, la cui importanza va scemando, fino alla chiusura definitiva del 2010. Quanto all’etichetta Island Records, non ha smesso di ampliare il suo catalogo (U2, Tom Waits, Amy Winehouse…), fino alla vendita, nel 1989, alla più grande PolyGram, poi confluita nell’Universal. Nel 1997, PolyGram rimuove il fondatore dal board di Island Records sostituendolo alla presidenza con Davitt Sigerson. Blackwell è tornato a dedicarsi alla Giamaica, dove gestisce complessi turistici, tra cui l’ex residenza di Ian Fleming, trasformata in residenza di lusso, la stessa dove Sting (allora in vacanza) scrisse la hit Every Breath You Take per i Police. Blackwell si è dedicato anche all’agricoltura bio, e ha prodotto un rum con il proprio nome, riallacciandosi alle proprie radici familiari. Come se queste avessero sempre nutrito la sua ispirazione e lui avesse nei loro confronti una riconoscenza filiale.
il manifesto del festival organizzato per il 50esimo anniversario dell’etichetta (londra, 2009). tra i nomi, amy winehouse.