Firenze, il nuovo quartiere creativo all’interno di Manifattura Tabacchi
Aree per il co-working, atelier e ristoranti, giardini pensili e negozi, scuole e appartamenti: un intero quartiere, un microcosmo che ha preso vita in un’area da tempo abbandonata, e che oggi si candida a essere uno dei più interessanti progetti italiani di rigenerazione urbana. All’interno di Manifattura Tabacchi, antica fabbrica che produceva sigari e sigarette nel quartiere Cascine, oggi si respira un’aria nuova, che punta a far riavvicinare il territorio urbano con la sua popolazione.
Il nuovo quartiere di Firenze all’interno di Manifattura Tabacchi
Il progetto è nato da una joint venture tra lo Stato – con Cassa Depositi e Prestiti – e il fondo d’investimento Gruppo Aermont; e sperimenta in 16 edifici l’idea della Cité Radieuse di Le Corbusier: il caseggiato popolare d’avanguardia di Marsiglia costruito fra il 1947 e il 1952 e che al suo interno ospitava cinema, parrucchiere, negozi, scuole, e dove gli inquilini comunicavano gratis tramite interfono. «Da architetto, il solo nome di Le Corbusier mi fa emozionare», si difende Michelangelo Giombini, head of product development del progetto, «ma il suo approccio all’architettura, come nel caso di Marsiglia, era pressoché utopico. Qui parliamo di gentrificazione, termine che oggi viene in genere considerato negativamente, ma che fenomeno da studiare e rispettare. Gli esempi ai quali abbiamo guardato, nella progettazione di Manifattura, sono quelli del recupero di interi quartieri, come Shoreditch a Londra».
Un progetto da 250 milioni di euro
Ma veniamo ai numeri: dismessa dal 2001, ai 16 edifici esistenti dell’area di 110 000 mq, il progetto ne ha aggiunti altri quattro, per un investimento complessivo di 250 milioni di €. Un luogo che ha come cuore pulsante la Factory, area che oggi è la rivisitazione di una piazza cittadina, intorno alla quale fioriscono moderne botteghe artigiane. Il suo progetto architettonico è stato curato dallo studio di architettura fiorentino q-bic, affiancato dal paesaggista Antonio Perazzi, che si occuperà della creazione di un elemento che contraddistinguerà l’area: l’Officina Botanica, un giardino pensile sul tetto, aperto al pubblico con 100 alberi e 1 300 tra arbusti, piante ed erbe, che contribuiranno a migliorare la qualità dell’aria. Una impostazione “ambientalista” confermata anche dalla Fabbrica dell’aria, installazione ospitata all’interno della Factory e firmata dal neurobiologo vegetale Stefano Mancuso: l’installazione sperimentale botanica mette nero su bianco la capacità delle piante di ripulire l’aria, e si convalida come prototipo sostenibile per ridurre l’inquinamento negli interni.
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Destra aerocene: installazione di tomàs saraceno alla manifattura tabacchi di giovanni bartoli e pier luigi nervi (1933-40). Il bar (sinistra sopra) e un corso di yoga negli spazi ex industriali di edificio 9 (sinistra sotto).
La Factory sarà il cuore di questo quartiere
Negli spazi della Factory prenderà vita anche il Nam – Not a Museum (luogo dedicato alla ricerca e alla sperimentazione di arti contemporanee), mentre sono già operativi diversi atelier di creativi locali, dall’interior design di Duccio Maria Gambi ai cappelli di Super Duper. «L’idea è quella di restituire all’area la vitalità che aveva in epoca industriale», spiega Giombini, «quando gli operai aspiravano ad essere assunti alla Manifattura per le buone condizioni di lavoro: si trattava di una Olivetti ante litteram, che permetteva l’emancipazione femminile anche attraverso la presenza di un asilo». Oggi, all’interno di quegli edifici razionalisti costruiti nel 1940 da Pier Luigi Nervi, ci sono già alcune scuole (il Polimoda e l’Istituto dei Mestieri d’eccellenza, percorso di formazione professionale voluto dal gruppo Lvmh per recuperare il savoir-faire artigiano), mentre l’ex centrale termica diventerà un birrificio artigianale: il masterplan del progetto nella sua interezza è stato curato dallo studio Sanaa in collaborazione con Studio Mumbai e prevede anche la nascita di alcune zone residenziali. Una parte di queste sarà curata dallo studio q-bic, mentre altri loft saranno progettati e realizzati da Patricia Urquiola.
Road to 2026
L’area, infine, sarà riconnessa al centro cittadino tramite la nuova linea 4 della tramvia, contribuendo a ridare vita al retrostante polmone verde del Parco delle Cascine, ex riserva di caccia dei Medici. Un’epopea, quella della Manifattura Tabacchi, che avrà compimento entro il 2026, con la creazione di un hotel, ma che oggi è diventata già nuova piazza di aggregazione, anche per via della presenza del ristorante bar Bulli e Balene e del collettivo di designer di Doghead animation – primo studio di animazione 2D in Italia. Portando, nell’area, un vento fresco e pulito che sa di futuro.
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