Eve Arnold alla scoperta del suo mondo
Lei scriveva di sé in questi termini: «Nel mio lavoro alcuni temi ricorrono di continuo: sono stata povera e ho voluto documentare la povertà; ho perso un figlio e sono stata ossessionata dalle nascite; mi interessava la politica e ho voluto scoprire come influiva sulle nostre vite; sono una donna e volevo sapere delle altre donne. Oggi mi rendo conto che, attraverso il mio lavoro ho cercato me stessa, ho indagato il mio tempo e il mondo in cui vivo». E il tempo e il mondo in cui ha vissuto, lei, Eva Arnold (Filadelfia 1912 – Londra 2012) lo ha «catturato» instancabilmente, ovunque, con una qualità di racconto davvero degna di nota. D’altro canto, non fosse stato così, non sarebbe stata la prima donna – insieme con Inge Morath – a entrare nella leggendaria agenzia Magnum Photos nel 1951. Undici anni prima aveva ricevuto un regalo una Rolleicord in medio formato e con quella macchina aveva iniziato a fotografare la città dove viveva, New York, con lo slancio del neofita che scopre qualcosa di nuovo di se stesso e dei luoghi che attraversa. Alle origini della sua carriera, il reportage dedicato alle sfilate di moda nel quartiere afroamericano di Harlem, pubblicato sulla rivista inglese Picture Post: un debutto editoriale che le cambia la vita, una parabola personale e professionale così densa da mettere in difficoltà gli organizzatori della mostra ora allestita a Torino, negli spazi di Camera-Centro italiano per la fotografia, costretti a condensare tante tappe salienti della sua biografia. Fino al 4 giugno, Eve Arnold. L’opera, 1950-1980 offre la possibilità di avvicinarsi alla produzione di una delle fotografe più importanti del Novecento. «Una figura che non ha bisogno di presentazioni, si dice in questi casi; eppure noi abbiamo deciso di presentarla lo stesso, ampliando lo sguardo», ha raccontato la curatrice Monica Poggi durante la presentazione, pochi giorni fa: «Famosa per i suoi scatti iconici dedicati a personaggi celebri come Marilyn Monroe, Malcom X e Marlene Dietrich, Eve Arnold ha prodotto grazie alla sua ferrea determinazione inchieste e reportage di straordinario valore che abbiamo voluto portare a conoscenza del grande pubblico italiano». Sono circa 170 le immagini in mostra, di cui molte, apparse in origine sulle riviste dell’epoca, mai stampate ed esposte in precedenza. Ci sono New York, le comunità afroamericane di quegli anni e le stelle internazionali dello spettacolo; ci sono la Cina e il Medio Oriente, Cuba e Haiti e l’Inghilterra di Margaret Thatcher; c’è il bianco e nero degli inizi e i servizi a colori degli ultimi anni. Ma c’è, soprattutto, quella vorace curiosità che Eve Arnold ha messo in campo con il solo intento di conoscere, capire e raccontare.