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Mircea Anghel

Design innovativo di Mircea Anghel: tra natura e arte

Per quasi un decennio giacca e cravatta sono stati l’uniforme da lavoro di Mircea Anghel. Ma questo succedeva prima che lasciasse il mondo della finanza per dedicarsi a tempo pieno al design. «Guadagno più soldi ora di quanti ne abbia mai fatti con i fondi speculativi», dice ridendo. «Però ho iniziato a lavorare nel 2008», aggiunge riferendosi alla crisi finanziaria che quell’anno colpì il mondo intero. Con arredi che raggiungono cifre anche superiori ai 100 000 € (il suo tavolo The Egg in legno Zazange e bronzo è prezzato 114 000 € sul sito di 1stDibs.com), Anghel è un designer quotato. Lo spazio dove lavora è una segheria storica di 1 500 mq a Herdade da Barrosinha, una tenuta agricola situata nella regione dell’Alentejo, in Portogallo. Prima stabilirsi lì, il designer – nato a Bucarest nel 1986, figlio di un diplomatico – viveva a Lisbona, realizzando le sue creazioni nei fine settimana sul marciapiede davanti a casa. «Quando pioveva lavoravo nel mio piccolissimo bagno», ricorda. Questa esperienza, però, gli ha dato il coraggio di lasciare il suo impiego: «All’inizio vendevo i miei pezzi agli amici per 100 €, poi qualcuno disse che sarebbero dovuti costarne 2 000 e un giorno è passata la designer Joana Astolfi che mi ha coinvolto nella progettazione di una vetrina per Hermès». Così nel 2015 ha fondato lo studio di design Cabana e cominciato a produrre tavoli extralarge, come pure scale, pavimenti e librerie in legno su misura per progetti di interior design (tra cui per esempio quelli del francese Studio Ko, autore anche del museo Yves Saint Laurent a Marrakech). La scelta di trasferirsi in campagna è stata dettata dal fatto che, con l’aumento della mole di lavoro, molti pezzi non entravano più nel laboratorio che nel frattempo aveva preso a Lisbona. Ma c’è anche un altro motivo: la moglie era incinta del secondo figlio e Anghel decise che era tempo di lasciare la città. «Vivere lontano dai centri urbani è molto positivo», racconta, «non sei costantemente influenzato da tutto il lavoro che viene sviluppato da altri. Hai la possibilità di pensare, guardare, osservare. È molto stimolante. Inoltre ricevo tanti visitatori. Abbiamo la fortuna di avere una bella casa a pochi metri dal mio laboratorio, con stanze che abbiamo restaurato. Siamo in grado di ricevere persone che si fermano da noi e vedono quello che facciamo. Questo rende i rapporti commerciali un po’ più personali».

una serie di esplosioni controllate danno forma a questa credenza in rame e legno.

La segheria di Herdade da Barrosinha risale agli Anni 40 del secolo scorso. Anghel l’ha rilevata nel 2019, contribuendo a mantenerla attiva e a sostenere la comunità locale. «Alcune delle persone che ci lavoravano sono ancora qui e voglio che rimanga così», dice. Aggiungendo: «Il responsabile precedente si è dedicato alla costruzione di barche perché abbiamo una sega vecchia di 60 anni che può tagliare legni molto lunghi. Ancora oggi i cantieri navali di tutto il Portogallo vengono qui a comprare il legno perché quello commerciale si è ridotto di lunghezza. Per me questa è anche una cultura molto grande e significativa da accogliere, accettare e con la quale mescolarmi». Le creazioni per cui Anghel è più noto sono tavoli che sembrano sfidare la legge di gravità, pezzi unici fatti a mano utilizzando soprattutto legno proveniente da foreste abbattute da violente tempeste e demolizioni. La realizzazione di queste opere combina tecniche di lavorazione secolari con metodi sperimentali, come l’impiego di fuoco, vapore acqueo e sale. Che però – precisa – non sono affatto così innovativi come si potrebbe pensare: «In realtà sono metodi tradizionali di trattamento del legno. L’uso del sale, per esempio, era molto diffuso in questa zona per proteggerlo dagli insetti e dal disfacimento atmosferico. Tuttavia, anche se questi procedimenti sono molto più naturali e non dannosi per l’ambiente, sono stati abbandonati con l’invenzione dei trattamenti chimici»

Mircea Anghel

tavolo lose control realizzato in metallo esploso e legno zazange bruciato.

Nuovo è invece l’utilizzo del vino: «È un’influenza ovvia dal momento che Herdade da Barrosinha produce vino, io bevo tutti i giorni e lavoro davanti a un’azienda vinicola. Ho scovato alcune vecchie botti e sono rimasto colpito dal loro interno. Così ho deciso di portare questo elemento nel mio lavoro». Un’altra novità è il progetto di Anghel di riunire artisti, designer, maker e ricercatori intorno al suo laboratorio. Lo scopo, come lui stesso spiega, è «creare una comunità in cui tutti i tipi di pensiero si uniscano». Ma il designer intende anche far rivivere attraverso workshop la lunga tradizione portoghese della costruzione di barche. Dopotutto il trasferimento a Herdade da Barrosinha ha avuto un grande impatto sulla sua pratica, non solo perché ha aumentato la scala dei suoi già voluminosi lavori, ma perché proprio nelle conoscenze dei costruttori locali di barche Anghel ha trovato nuove fonti di ispirazione. «Oggi penso che sia possibile lasciare le città e tornare a godere di tutte le opportunità che la campagna offre. Non solo in Portogallo, ma in tutto il mondo. Penso che la natura abbia bisogno di essere trattata, curata. E penso che l’era digitale ci offra questa opportunità: possiamo lavorare ed essere produttivi ovunque vogliamo e vendere il nostro lavoro a livello globale. Spero e mi aspetto che le persone tornino in campagna e nei luoghi abbandonati. Per rimparare, riapprezzare e, a poco a poco, cambiare il mondo».

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