Casa Magazines, a New York c’è un’edicola che è un vero luogo di culto
«L’odore della carta. Ogni rivista ha il suo odore. Ed è per questo che la gente le compra ancora». Mohamed Ahmed esibisce un grande sorriso. Anche se non vende più così tanti giornali come in passato – meno di 20 copie al giorno del New York Times, rispetto alle oltre 400 di dieci anni fa – “l’ultimo re dei giornali”, come lo chiama la stampa newyorkese, resta fiducioso sull’avvenire. Nessuna tristezza nella sua voce, nemmeno un briciolo di amarezza quando parla del digitale. Nei 35 mq del suo negozio all’angolo fra la 12a Strada e la 8a Avenue, il 64enne Mohamed accarezza con lo sguardo le copertine patinate accumulate ovunque. Proprietario dal 1995, ha attraversato tutte le crisi senza mai abbassare la saracinesca. Tranne durante il Covid.
Le autorità l’hanno costretto a chiudere un mese e mezzo, in quanto commerciante di beni non essenziali. Quando ha riaperto, gli abitanti del quartiere erano all’appuntamento per sostenerlo, nonostante l’assenza di parecchie riviste a causa del blocco di forniture internazionali. Mohamed ha ridotto gli orari: 12 ore al giorno (8-20) invece delle 18 pre-pandemia (6-24). Con la diffusione del telelavoro, i suoi clienti si alzano più tardi. Li conosce tutti per nome, i “professionisti”– fotografi, architetti, star del cinema come Julianne Moore e Angelina Jolie –, o semplici habitué. «Sono persone istruite, è sempre interessante ascoltare le loro storie». Mohamed si ritiene in modalità “sopravvivenza”, ma va avanti un giorno dopo l’altro e augura lunga vita al settore della stampa, con una sola certezza: «Il futuro di Casa Magazines è nelle mani di Dio!».