
Goodbye fish&chips: che cosa ci racconta il successo di Vittles
Cieli grigi e pie and mash. Questa è l’idea che continua a resistere di Londra – e dell’Inghilterra – a livello gastronomico, soprattutto in Italia. In realtà, è praticamente dai primi Anni 90 che Londra è un centro del food mondiale, fucina di sperimentazioni e influenze, soprattutto grazie a una classe media con soldi da spendere e curiosa di scoprire altre culture. Ma se quello che rende Londra un posto unico nel panorama europeo fossero meno i fine dining e i gentlemen’s club di Soho e Mayfair, o ristoranti posh d’impronta francese o italiana, e più le cucine diasporiche e periferiche che fanno della città una tossed salad plurale e inclassificabile? Questa è l’idea di Jonathan Nunn, critico gastronomico e fondatore della newsletter di culto Vittles, che, con oltre 70 000 iscritti sulla piattaforma Substack, racconta la cultura gastronomica britannica sotto una luce e con un’energia, talvolta anche polemica, mai viste prima. È difficile spiegare la risonanza di Vittles a un pubblico estero. Ma in una metropoli come Londra (in cui tutto è disperso e distante e il diritto alla città è costantemente attaccato dalla gentrificazione e dall’azione omologante del mercato immobiliare, e l’assenza di un’identità culinaria forte fa sì che le tendenze e le mode si alternino con un ritmo vertiginoso) questo magazine in forma di newsletter è quasi una bussola, il cui effetto è quasi quello di un club o di una società segreta che ogni settimana ti dice dove e perché andare a mangiare nel weekend. Nunn non è stato solo oggetto nel 2023 di un profilo del New Yorker, ma le sue recensioni sono dietro il successo d’innumerevoli posti, più o meno conosciuti, che dalla sera alla mattina si sono ritrovati a essere presi d’assalto da gourmet di tutti i generi. Prima di fondare Vittles nel 2020, Nunn ha lavorato per dieci anni a Postcard Teas, un negozio di tè a due passi da Oxford Circus; un’esperienza che, con il senno di poi, risulta decisiva, perché –come ci racconta – «mi ha fatto capire per la prima volta come il cibo sia un fenomeno complesso, in cui il concetto di qualità è sempre un insieme di fattori sociali e culturali, così come agricoli… e che cosa è percepito o non è percepito come lusso».La newsletter doveva essere uno stopgap, una soluzione provvisoria per combattere la noia e guadagnare qualche soldo: «Ero stato appena messo in cassa integrazione per via del lockdown e anche Eater UK (la pubblicazione a cui Nunn aveva iniziato a collaborare come massimo conoscitore delle zone periferiche fuori dal centro, quelle che di solito vengono chiamate con un filo di snobismo Zone 3, Zone 4, Zone 5, etc., nda) aveva appena deciso di chiudere».

le illustrazioni pubblicate si trovano on line su vittles. Illustrazione di Sing Yun Lee
Posti del cuore
Fanzine senza una linea editoriale definita (le recensioni sarebbero arrivate dopo), Vittles era nata come spazio di critica gastronomica apertamente nerd e alternativa, oltre che opportunità per lanciare nuovi talenti. Ancora oggi, è questo desiderio di prendere il cibo come un fenomeno culturale complesso e utilizzarlo come punto di partenza spesso eccentrico e ironico che rende la newsletter unica nel suo genere – specialmente in Inghilterra, dove la critica gastronomica è sempre stato un affare middle class e appannaggio di pochi giornalisti. Le guide come A Newcomer’s Guide to London Food e The Vittles London Pub Guide, o la rubrica settimanale Six of One, in cui sei utenti recensiscono sei posti del cuore sparsi per la città, creano una mappa senza precedenti delle tante anime e sottoculture di Londra. Le recensioni di Nunn – che variano dalla stroncatura dell’ennesimo ristorante ruffiano e senz’anima a Piccadilly alla recensione entusiasta di un ristorante specializzato in stufati iraniani vicino Finchley – costituiscono la “base finanziaria” della newsletter, ma rappresentano soltanto una parte del successo dell’iniziativa. Nel corso degli anni, sotto la sua guida editoriale, Vittles ha ospitato serie di successo sulle cucine regionali dell’Inghilterra, sul rapporto tra cibo e politiche alimentari e agricole, sulla cucina britannico-ebraica, e articoli che – sempre cercando di gettare uno sguardo oltre Londra – spaziano dal reportage sulla cultura degli orti tra gli immigrati del Punjab nelle Midlands a una storia degli autogrill in Inghilterra.

le illustrazioni pubblicate si trovano on line su vittles. Illustrazione di Kruttika Susarla.
Nicchia crescente
Nunn cita due articoli che secondo lui sono stati spartiacque: il primo, sulle infinite variazioni sul tema del fish & chips che, pubblicato agli albori della pubblicazione, è diventato immediatamente virale; il secondo, sulla cultura del kebab a Karachi, Pakistan, che – citato in un documentario locale –, «mi ha fatto capire come Vittles fosse diventato una pubblicazione letta in tutto il mondo, non solo qui in Inghilterra». Quando gli chiedo se si aspettasse un’ascesa così repentina, Nunn riconosce il ruolo del tempismo: «Substack (la piattaforma che consente l’invio testi e pubblicazioni, fruibili sottoscrivendo un abbonamento, ndr) era appena nato. E c’erano sia gli scrittori sia i lettori giusti. Nel mio ambito, semplicemente, c’era una domanda che non era mai stata soddisfatta. A differenza degli Usa, dove non c’è stato mai imbarazzo nei confronti del cibo ed esiste una tradizione di critica gastronomica e culturale forte, la cultura gastronomica in Uk è un fenomeno nuovo. Per esempio, mio padre, che è della working class, non si sarebbe mai sognato di andare al ristorante». Questo ha fatto sì che la critica si rifacesse sempre al lifestyle e al mondo delle celebrità a scapito della qualità. Il segreto è stato quindi quello di «venire finalmente incontro a una nicchia crescente di persone veramente interessate al cibo». L’apice di questo approccio in cui il ristorante e il cibo in senso lato, diventano «l’intersezione di un sacco di cose diverse» è il volume che Nunn ha curato e che è stato rieditato di recente da Fitzcarraldo Editions, London Feeds Itself (2024): i consigli di Nunn si alternato a 25 saggi personali su 25 luoghi rappresentativi della cultura gastronomica della città, costituendo il più completo atlante gastronomico della città. Ma è la newsletter nel suo insieme che – con il suo approccio quasi collaborativo e orizzontale – mostra un’altra faccia di Londra, e dell’Inghilterra, una faccia che, con la nostra ossessione per l’autentico e la tradizione, non siamo abituati a vedere. Di nicchia finché si vuole, Vittles è la migliore radiografia di una megacity multiculturale e in costante movimento, in cui le culture si accavallano e si sovrappongono, e in cui le cose più interessanti accadono ai margini, in attesa della prossima ondata di gentrificazione e speculazione edilizia…