La Ryder Cup spiegata bene
La regola la conoscete: il golf ha qualcosa di meditativo, persino sacro. C’è la gara con gli altri e quella con se stessi, il rispetto per gli avversari e per il green. Le intemperanze da curva calcistica? Non ammesse. Poi ci sono le eccezioni e la più grande si chiama Ryder Cup: l’unico torneo al mondo in cui è ammesso il tifo. Sarà perché ha giusto tre anni di storia in più dei Mondiali di calcio, perché divide il mondo a metà – Stati Uniti contro Europa – e tu devi scegliere da che parte stare. Sarà perché, questo sport nato aristocratico ma sempre più popolare, rappresenta il punto di più stretto contatto tra l’appassionato e il giocatore professionista.
La Ryder Cup – mediaticamente parlando – rappresenta il terzo evento sportivo al mondo, dopo Fifa World Cup e Olimpiadi grazie agli storici bacini di tifosi americani e britannici, ma anche grazie ai mercati emergenti dell’Asia. E dal 25 settembre all’1 ottobre si celebrerà al Marco Simone Golf & Country Club di Roma per quella che sarà la prima edizione “italiana” della sua storia. Al di là della gara, il torneo quest’anno sarà una formidabile iniziativa di co-marketing tra il brand Italia, fortissimo quanto a bellezza e al buon vivere, e il movimento golfistico internazionale che non intercetta più soltanto i clienti big spender. «Roma sarà uno scenario incredibile per la Ryder Cup del 2023», spiega a The Good Life Italia Guy Kinnings, executive director della manifestazione. «È un’icona e lo abbiamo visto in occasione delle celebrazioni dello Year To Go, l’anno scorso, quando i due capitani», l’americano Zach Johnson e l’inglese Luke Donald, «hanno visitato molti luoghi di fama mondiale, come il Colosseo e il Vaticano. I tifosi che parteciperanno potranno così godere di uno dei più grandi eventi sportivi del mondo in una delle città più grandiose».
alla ryder cup il team europeo vestirà loro piana
Un progetto da 160 mln
Quando si parla di eventi e co-marketing, le cifre sono fondamentali, «ma sbaglierebbe chi, per pesare l’impatto della Ryder Cup a Roma, volesse limitarsi alla settimana della manifestazione: il nostro è un progetto della durata di 12 anni», racconta Gian Paolo Montali, direttore generale del Progetto Ryder Cup 2023 per la Federazione italiana golf. «Siamo partiti con Golf a Scuola, iniziativa per avvicinare le giovani generazioni, abbiamo moltiplicato le interazioni tra golf e turismo, abbiamo lavorato sull’inclusione sociale con iniziative come Golf4Autism, e dato vita a Road to Rome, un percorso di avvicinamento alla Ryder Cup che ha portato da noi 12 Open di golf e qualcosa come 100 tornei internazionali in questi 12 anni. La coppa ha fatto un tour delle piazze italiane, dove anche ai semplici curiosi è stata data la possibilità di provare un ace, guidati da un istruttore». Stiamo parlando di una “impalcatura” dal costo di 160 mln, 60 dei quali stanziati dal governo italiano e altri 100 messi a garanzia dall’esecutivo «ma non ancora intaccati», precisa Montali. «Oltre questa cifra», prosegue il manager, «l’Italia ha stanziato altri 50 mln per infrastrutture stradali che miglioreranno la viabilità nell’area a nord-est di Roma negli anni a venire. Il Paese ci ha creduto, anche se non è stato facile, da quando siamo partiti, interfacciarsi con cinque governi diversi e ogni volta dover rispiegare tutto». Di certo un concetto il legislatore non può non averlo afferrato: il progetto Ryder Cup restituisce al Paese, alla fine, 87 mln di gettito fiscale.
Un giro d’affari potenziale da 2 mld
Quanto muove come giro d’affari la Ryder Cup? Kpmg parla di ricadute dirette che vanno da 550 mln a un miliardo cui si sommano indirette più o meno della stessa entità. Tenendo tutto dentro, un progetto come Roma 2023 ha un valore tra ricavi e indotto che spazia da 1,1 a 2 mld. «I conti con i numeri veri», sottolinea Montali, «li faremo alla fine. Posso dire, per esempio, che l’edizione di Parigi 2018 della Ryder, nella sola settimana della gara, mosse 300 mln di giro d’affari». I tifosi fanno la differenza: la Capitale ne aspetta 250 000, nel 90% dei casi stranieri. Gli stessi che tre anni fa, messi in vendita i biglietti, mandarono sold out le piattaforme in 45 minuti. A loro si aggiungeranno 50 000 addetti ai lavori. Morale: è un’impresa cercare un posto letto a Roma a fine settembre. Ma il turismo golfistico globale, che vale 60 mld l’anno, è un piatto buono anche freddo: il campo spagnolo di Valderrama, che nel 1997 incoronò campioni gli europei di Severiano Ballesteros, ancora oggi è tappa di pellegrinaggi laici di appassionati disposti a pazientare cinque o sei mesi in lista d’attesa prima di potersi cimentare su un green che fu teatro delle gesta di un certo Tiger Woods.
il team usa vestirà ralph lauren
il trofeo della manifestazione, nata nel 1927.
l risiko dei diritti Tv
Discorso a sé meritano i diritti Tv. Qui da noi la manifestazione sarà trasmessa da Sky e, nei momenti clou, dalla Rai. A livello globale, stiamo parlando di un asset soprattutto per il valore di fascinazione presso il pubblico americano e britannico, abituati a riunirsi davanti agli schermi per il torneo come succede per il Superbowl o il Sei Nazioni. Le dinamiche che regolano la commercializzazione dei diritti sono complesse, perché la Ryder Cup è venduta con altre competizioni golfistiche. In Europa con al Dp World Tour. Negli Stati Uniti, l’accordo attualmente in vigore con Nbc è stato siglato nel 2013 e rappresenta un’estensione al 2030 del precedente contratto che abbraccia i circuiti di Pga of America. In questo caso, diverse fonti stimano in 50 mln di € l’anno il valore dell’affare.
Il peso degli sponsor
La portata della manifestazione si capisce anche dal peso degli sponsor, brand per top spender assoluti: Bmw, Rolex, Hilton, Aon, Capgemini, ma anche Ds Automobiles, Fideuram e Robe di Kappa. La lista è davvero lunghissima. Ci sono worldwide suppliers tra cui figurano Pepsi-Cola e Moët & Chandon e official suppliers come Costa Crociere, Peroni e Hp. Poi ci sono gli sponsor tecnici dei due team e qui il discorso si fa ancor più interessante, perché coinvolge la moda. Il team americano, detentore del titolo, veste Ralph Lauren, gli sfidanti europei Loro Piana. Lo stile – quello di una esclusivissima polo “scudettata” con il trofeo intitolato a Sam Ryder – s’intreccia a ricerca e sviluppo perché, da sempre, nella moda, lo sport sperimenta tecniche e tessuti che poi finiscono per vestire la vita quotidiana. Il brand italiano del lusso, per dirne una, dopo i capispalla in microfibra wind anti-acqua e anti-vento sperimentati nell’edizione di Kohler 2021, quest’anno per la prima volta utilizza la tecnologia 3D nello studio dei capi, così da simulare le loro reazioni durante gli swing.
Un’occasione per sperimentare sul campo e in diverse condizioni atmosferiche tessuti e tecnologie all’avanguardia, al fine di sviluppare prodotti che garantiscano libertà di movimento durante il gioco, come nella vita quotidiana. Il kummel, la nuance cumino istituzionale, fa da leitmotiv ai simboli e i colori della bandiera europea sulla maglia che verrà indossata dai giocatori nel corso delle tre giornate di allenamento e quelle della gara ufficiale. Le uniformi del Team Europe, complete del logo della Ryder Cup, saranno disponibili per tutti gli appassionati del gioco durante i giorni della manifestazione, nella boutique romana di Loro Piana che inaugurerà con un restyling interno lunedì 25 settembre.
Veri e propri must per gli appassionati del golf e gli appassionati del brand che, durante i giorni della manifestazione, saranno acquistabili nella boutique romana di Loro Piana. Ha proprio ragione il direttore esecutivo Kinnings: in questa sfida «l’Italia porterà con sé le esperienze dei grandi eventi sportivi precedentemente ospitati e, in cambio, con la Ryder Cup avrà molti benefici per la Città Eterna e per il Paese nel suo complesso, compreso un significativo impatto economico. Ci auguriamo inoltre che la Ryder Cup fornisca un’eredità duratura per il nostro sport in Italia, ispirando le future generazioni di golfisti italiani». E forse è questa l’ultima decisiva buca di Roma 2023.