L’impero del sole, più lenti (scure) per tutti
Nati negli Anni 20, inizialmente indossati dagli afro-americani e poi diventati il simbolo del glamour hollywoodiano, colpiti dalla crisi economica collegata all’insorgere dell’epidemia Covid, possiamo dire che oggi gli occhiali da sole se la passano bene. Un settore che, nei prossimi anni, dovrebbe conoscere una crescita annua pari al 5-6%, trainata dai dati registrati sul mercato nordamericano (si stimano a oltre quattro miliardi di dollari le vendite realizzate negli Stati Uniti nel 2022) e dalla passione nutrita per questi accessori da italiani, cinesi, francesi, tedeschi e brasiliani, i principali acquirenti su scala mondiale. «Il post-Covid sembra aver risvegliato la voglia e l’audacia dei consumatori», spiega l’esperto e consulente Dominique Cuvillier. «Un entusiasmo che si spiega tanto con una consapevolezza di tipo “medico” – si utilizzano gli occhiali da sole per proteggere gli occhi dai raggi Uv – quanto per la loro trasformazione in vero e proprio elemento di moda».
zebra, heritage vol. 3, collezione in edizione limitata proposta da etnia barcelona.
persol 714sm - steve mcqueen.
Sfida tra colossi
Nuovi “idoli” nelle sfilate, negli ultimi anni gli occhiali sono così diventati la porta d’accesso all’universo del lusso animato dalle grandi maison: «Un po’ come per il profumo, gli occhiali da sole rappresentano questo sogno a un prezzo accessibile. Il pubblico giovane, per esempio, lo utilizza per affermare la propria posizione sociale». In un mercato mondiale molto competitivo, con i grandi marchi che si sfidano a colpi di campagne di comunicazione tanto sui magazine tradizionali quanto sui social network, le griffe su licenza occupano un ampio spazio. Grandi industriali del settore e giganti del lusso i protagonisti. Tra i leader c’è EssilorLuxottica, nata dalla fusione del fabbricante di lenti francese e dello specialista italiano di occhiali, che dava vita nel 2019 al primo gruppo mondiale per la progettazione, fabbricazione e distribuzione di lenti, montature e occhiali. Un pilastro del settore che, oltre a qualche marchio in proprio, ne raggruppa una ventina in licenze specialistiche – tra cui Ray-Ban, Persol, Oakley, Oliver Peoples – cui si aggiungono quelle delle maison di lusso come Chanel, Prada e, recentemente, Swarovski. L’azienda che non conosce crisi – nel 2022 ha acquistato l’olandese Grand Vision e la sua rete di 7 200 negozi di ottica – ha assistito a una crescita del 14% delle vendite nel 2022.
Ogni modello ha il carattere e l’heritage ispirato a quell’irresistibile downtown style, quando il tris nonno Hayman nel 1899 inizia a vendere occhiali da un carretto di legno sulla Orchard Street di New York nel famoso quartiere Lower East Side. Moscot
Italia in prima fila
Patria della moda e dello stile, e primo Paese al mondo esportatore di occhiali da sole, l’Italia conta anche i gruppi De Rigo – un’azienda familiare fondata alla fine degli Anni 70 e che gestisce un portafoglio di 30 marche su licenza (Roberto Cavalli, Escada, Chopard…) – e Safilo, controllato dal fondo olandese Hal. Un’azienda storica che, accanto alle marche domestiche Carrera e Polaroid, raccoglie quelle su licenza: Eyewear di David Beckham, Missoni, Fossil, Havaianas e la prima linea di occhiali della stilista Isabel Marant. In gran forma, Safilo ha visto il proprio fatturato superare il traguardo del miliardo di euro. Il gruppo Marcolin, di proprietà del fondo francese Pai Partners, produce occhiali nel Bellunese dall’inizio degli Anni 60. L’azienda, che disegna le collezioni Tom Ford, Zegna e Adidas Originals, nel 2018 firmava anche, con il gruppo Lvmh, un partenariato da cui è nata la joint venture Thélios, incaricata all’epoca della produzione degli occhiali Celine e Louis Vuitton. Un partenariato “storico” ma di breve durata: tre anni dopo, il colosso francese del lusso decideva infatti di tagliar corto con l’avventura e di ricomprare le proprie quote. «Davanti agli industriali storici, i giganti della divisione luxury sono diventati i nuovi manovratori del settore degli occhiali da sole», sentenzia Cuvillier. «In rottura con il sistema delle licenze, i gruppi – sull’esempio di Kering, che ha ideato Kering Eyewear nel 2014, e del già ricordato Lvmh – hanno internazionalizzato progressivamente la progettazione e la produzione delle loro marche di occhiali, rivendicando una nuova legittimità di estetica e design». Quattro anni dopo il divorzio, l’azienda Thélios e il suo proprietario Lvmh impiegano oltre 700 persone nella fabbrica di Longarone, producendo più di 14 000 paia di occhiali al giorno (luglio 2022), e l’anno successivo hanno acquisito Metallart, società specializzata nella fabbricazione di occhiali di metallo. Una tendenza generale seguita oggi da New Guards Group, la holding italiana di moda controllata a partire dal 2019 dal gigante dell’e-commerce Farfetch. Lo scorso febbraio, la società presentava alla fiera Mido di Milano le primissime collezioni Off-White, Ambush e Palm Angels, due anni dopo aver annunciato la nascita della propria divisione interna.
I colori saturi della California fanno da sfondo alla campagna sunglasses di Oliver People
Gli occhiali col pallino del gommino, riconoscibili dall’iconico intreccio in vera pelle sulle aste, hanno confermato il loro contratto di licenza con Marcolin Eyewear fino a fine 2023. Tod’s
Ricerca e identità
Altre marche optano comunque per vie diverse. «Un mercato di nicchia», spiega Dominique Cuvillier, «che oggi raccoglie intenditori, happy few e persone attratte da un’estetica molto spinta, alla ricerca di di creatori in grado di catturare l’attenzione con uno storytelling forbito e un design e una personalità spiccati». La creatrice Ahlem Manai-Platt, alla guida del marchio Ahlem, di base a Los Angeles, fa parte di quanti hanno scelto la regione artigianale di Oyonnax, enclave dell’occhialeria francese, per produrre le sue collezioni. Sarah Lavoine ha seguito lo stesso percorso due anni fa associandosi agli Ateliers Roussilhe, a breve distanza. Ispirati alla cultura americana degli Anni 60 e 70, i modelli di Jacques Marie Mage – la marca del designer Jérôme Mage, anche qui con sede a Los Angeles – sono fabbricati esclusivamente a mano, in Giappone. Un’altra visione del lusso, specialistica e autentica, in un mercato dell’occhiale sempre più creativo.