Orsolina28, una tribù che danza nel cuore del Monferrato
Se si pensa al Monferrato è impossibile non pensare ai grandi vini della zona e all’ottimo cibo che li accompagna nella cucina piemontese. Quest’area di 2 500 km entrata nel 2014 (insieme alle vicine Langhe e Roero) nell’elenco dei siti considerati Patrimonio Mondiale dell’Unesco ci rimanda quasi istantaneamente l’immagine di un mare di verdi colline dolci, pettinate dai filari delle vigne. Mentre il palato già assapora le note del Barbera, del Grignolino, della Freisa, del Dolcetto e via andare. Ma forse non tutti sanno che, per la comunità internazionale dei cultori e degli appassionati di danza contemporanea dal 2016 il Monferrato è diventato, grazie a Orsolina28, una meta imprescindibile per tutti coloro che vogliono danzare in sintonia energetica con il paesaggio. Siamo a Moncalvo, a metà strada tra Asti e Casale Monferrato, conosciuta come la più piccola “città” d’Italia (di soli 3 000 abitanti) e unico centro europeo in cui una sinagoga (costruita nel 1732) s’affaccia sulla piazza principale (per la precisione Piazza Carlo Alberto). In quest’amena località arriva, quasi per caso, Simony Monteiro, ballerina americana di origini brasiliane formatasi in scuole del calibro della School of American Ballet e dell’Alvin Ailey Dance Theatre. Subito, Simony entra in connessione con il luogo come mai le era successo altrove, né all’estero né in Italia. Qualcosa di istintivo e primordiale che la fa sentire subito “a casa” invece che di passaggio come tutti i turisti. Detto fatto, Simony s’installa a Moncalvo e inizia a pensare come poter condividere l’energia del luogo con altre persone.
The Eye: struttura architettonica metà palco, metà teatro,
Nasce così, all’interno di un ottocentesco edificio che era il convento delle monache orsoline del paese, la fondazione non profit Orsolina28 Art Foundation dedicata alla danza contemporanea. Qui, all’interno di un terreno di 20 000 mq, prende vita il sogno della sua fondatrice di portare in Monferrato la comunità internazionale della danza creando uno spazio di libera espressione in cui, in stretta connessione con la natura circostante, si potesse creare una comunità vibrante aperta a tutti. Quattro sale prove immerse nel verde, grazie alle vetrate perimetrali, per danzare in sintonia con il paesaggio gli studi Ailey, Balanchine, Serra, Stage) su pavimenti tecnici Harlequin e con i migliori impianti di audio e climatizzazione, a meno che non si decida di usare lo studio Gravity dotato delle apposite macchine. Qui si tengono, nell’arco dell’anno, le lezioni di danza per adulti al mattino e quelle per bambini e ragazzi al pomeriggio, ma queste stesse sale sono quelle che, dal 2017, vengono messe a disposizione delle compagnie selezionate (previa candidatura al programma Residenze Coreografiche) per avere un luogo in cui creare nuovi spettacoli o riadattare quelli esistenti. Negli anni si aggiungono i programmi estivi di studio intensivo tenuti da figure del calibro di Medhi Walerski, direttore artistico del canadese Ballet Bc. Grandi nomi ma sempre un occhio di riguardo al futuro e alla formazione. In quest’ottica nel 2021 nasce il bando Call for Creation, destinato ai coreografi con meno di 35 anni per dare, al/alla fortunato/a vincitore/trice la possibilità di avere una borsa di studio per creare una nuova opera e per mostrarla successivamente nel teatro del complesso. 850 posti a sedere per l’Open Air Theatre, costruito nel 2018, per ospitare i numerosi spettacoli estivi. Giovani emergenti che provano in anteprima gli appunti in movimento delle loro coreografie o talenti super affermati che amano passare da Moncalvo per provare pezzi, condividere sensazioni e celebrare la danza. Senza gerarchie e senza barriere. Qualche nome? Gli emergenti Rachelle Anaïs Scott e Ethan Colangelo ma anche il ritorno di Juliano Nunes e Flock (aka Alice Klock e Florian Lochner). Per non parlare dei concerti primaverili ed estivi che spaziano da Will Santt, giovane interprete di Bossa Nova, al programma fatto insieme alla Filarmonica del Teatro Regio di Torino fino al concerto di Paolo Conte, che per la prima volta ha suonato a pochi chilometri da casa.
un auditorium dedicato a concerti e danza
40 mq di bioserre
4 500 mq di orti
Ma Orsolina28 è soprattutto uno spazio in evoluzione in cui l’amore per la terra procede con quello della danza. Da qui i 4 500 mq di orto e i 640 mq di serre coltivati con tecniche biologiche, ma anche le due bio-piscine dai sistemi di filtraggio naturali, con impianti di fitodepurazione per recuperare acque piovane e di scolo. Uno spazio all’insegna della sostenibilità umana, che si avvale della presenza di un agronomo per tutelare ogni aspetto della natura del luogo mentre si coltivano i propri sogni. Come The Eye: struttura architettonica metà palco, metà teatro, realizzata con il coreografo israeliano Ohad Naharin, della famosa Batsheva Dance Company, per accogliere i suoi seminari Gaga. Un ovale nel verde sorretto da 14 pali interrati, ovviando all’uso del cemento armato, per essere nel paesaggio e sentire il passaggio delle stagioni e la magia della nebbia, la stessa che ha stregato Simony.