Città più green d’Europa: male le italiane nel report Clean Cities
Come vanno le grandi città italiane in termini di qualità dell’aria e di mobilità sostenibile? Piuttosto male. Lo conferma un nuovo report di Clean Cities Campaign, che fa parte della Federazione europea per il trasporto e l’ambiente. Lo studio ha analizzato 36 città europee tenendo conto di cinque macro-indicatori: spazio per i pedoni; sicurezza delle strade; accesso a una mobilità non impattante sull’ambiente; azioni e interventi da parte della politica; qualità dell’aria. Il risultato? Una classifica e una valutazione dalla A alla E per ogni centro urbano preso in considerazione.
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Milano 20esima su 36, Napoli ultima in Europa: quali sono le città più green
Milano, Napoli, Roma e Torino – le italiane presenti nel report – sono fuori dalla parte alta della griglia. La migliore del nostro Paese è Milano (voto C), ferma al 20esimo posto dietro Berlino e davanti a Strasburgo. Al 23esimo posto figura Torino (voto D), ultima in Italia per qualità dell’aria. Roma (D) è 32esima nella classifica generale e ultima in Europa per spazio a disposizione dei pedoni. Al 36esimo e ultimo posto, su 36 città considerate, c’è Napoli (E), che presenta valori molto bassi soprattutto nella sicurezza delle strade e nell’accessibilità a un tipo di mobilità più green.
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Il settore dei trasporti è l’unico che ha visto aumentare il livello di emissioni prodotte
Secondo il report, tre cittadini europei su quattro vivono nei perimetri delle aree urbane, che nonostante il Coronavirus non hanno perso la loro attrattività. Anzi: durante la pandemia si è sviluppata la necessità di convertire gli spazi pubblici in luoghi verdi, multifunzionali e riservati alle persone (e non ai mezzi a motore). A maggior ragione, è necessario intervenire per migliorare la vivibilità e la qualità dell’aria delle città, disincentivando l’uso delle auto. Basti pensare che, in UE, il 23% delle emissioni inquinanti provenienti dal settore dei trasporti è dovuto alla mobilità urbana. Quello dei trasporti è l’unico settore che, dal 1990, ha visto il suo livello di emissioni aumentare anziché diminuire. Tra le conseguenze c’è il fatto che più di 100 città del nostro continente sforano i limiti imposti dall’Unione Europea per la qualità dell’aria.
Foto di copertina: martieda / Pixabay
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