TripsNakazakicho, il volto della Osaka più ribelle

Nakazakicho, il volto della Osaka più ribelle

Pensa di essere brutta e industriale, e invece è un animale da palcoscenico. Osaka è l’antitesi di Tokyo l’eccelsa, di Kyoto la raffinata. Qui le parole sono più crude, i colori più accesi, i dashi luminosi. Il kabuki si è diffuso. Tre quarti dei comici viene da Osaka. La città si diverte a battere tutti i record, anche quelli dell’inquinamento. Oggi si è calmata ma divora la vita attraverso piatti abbondanti, come le polpette di polpo (takoyaki) o le omelette panciute (okonomiyaki). È la città disinibita, tuonante. Uno dei suoi slogan è “Kuri gaore”, mangiare a più non posso. La terza città del Giappone, la seconda megalopoli (che ingloba Kobe e Kyoto), non smette di rivendicare le sue differenze con la capitale: le salse di soia sono più chiare; nelle zuppe di ramen galleggia del manzo (a Tokyo è maiale). «Voi siete più civilizzati?», si domanda con prudenza.

Nakazakicho è come un paesino ben conservato

La risposta non tarda a venire: si inclina la testa con una magnifica modestia. Altra questione: perché a Tokyo sull’ascensore le persone si tengono sulla sinistra mentre a Osaka stanno a destra? Allora si scoppia a ridere: «Perché è Osaka». Eccovi dunque nel centro della città, con i suoi immobili, la disciplina dei pedoni, il rispetto degli altri. Ma voi volete di più: raggiungere le pieghe più recondite della città. Allora bisogna marciare verso nord, il tempo di vedere l’urbanizzazione riprendersi, sgranchire i suoi centri commerciali coperti. Ecco il quartiere di Nakazakicho, una specie di paesino ben conservato. Anche miracolato, dato che la città è stata bombardata durante l’ultima guerra.

Disinibita e poetica, lungo le strade di Nakazakicho Osaka mostra nei suoi caffè il suo lato anti-tokyo. In foto lo stile vintage del cafe Arabiq.

Qualche casa sopravvissuta c’è, protetta – si dice – dai monaci. Il Salon de Amanto è fra queste. In questi primi giorni estivi, è ricoperto di vegetazione. Ha quasi 140 anni, trema nelle vecchie travi in legno, i tramezzi scrostati, il mobilio di recupero. Nakazakicho funziona così, regalando piccole perle di continuo. Fate scorrere la porta di questo caffè indolente e vi ritroverete catapultati negli Anni 70. C’è un’atmosfera kawaii nelle belle facciate rosa e bianche, nei piatti biologici e nei cappuccini decorati con cuori. Ma c’è anche una vena artigianale. Quella del sarto che fa abiti su misura e ama le fibre naturali e i successivi processi di tintura. Che rischia l’esproprio ma conserva il sorriso. Lo stesso sorriso franco e aperto che si ritrova ovunque si vada. Al ristorante di udon, nell’ora di punta del pranzo, tra i vapori e le comande una via l’altra, di colpo un viso si apre in un sorriso, la vita va per il verso giusto. Poco distante, un omone distinto e abbronzato ci fa strada nel suo antro. È il miglior posto per le immersioni, una vera e propria caverna di Ali Baba, con 36 paia di pinne, maschere a profusione e centinaia di escursioni nelle vicinanze tra cui scegliere.

L’ingresso del salon de amanto, risalente alla fine dell’800

Luce e oscurità a Osaka

Di fatto, Nakazakicho ci fa vedere la città sotto una luce diversa: più solidale, sorridente, selvaggia e segreta. Tra due case, la strada è così stretta che non si riesce ad aprire un ombrello. Dai tubi pende una borsa blu Klein pronta per il quotidiano Asahai Shimbun. E poi, dietro questa sottile porta in legno, ecco la nostra casa del tè, una casettina esile; la stessa dove nacque Tadao Ando e dove luce e oscurità coesistono. Di sera, Nakazakicho si muove al buio. Il quartiere cambia volto. Ci si rilassa, ci si lascia andare. Gli izakayas sono pieni di questi odori di tabacco vintage. Vi ricordate di quando i vostri vicini vi fumavano in faccia? È così. Il televisore è acceso e trasmette una partita di calcio della squadra locale, che non se la passa bene. La si incoraggia blandamente con l’ennesima birra, una magnum di sakè. È in questi momenti che il quartiere offre un’umanità pacata e stanca. I volti qui raccontano tutta un’altra storia rispetto a quelli della città, come se la notte avesse consumato il cemento, l’acciaio e il vetro per lasciar spazio ai vivi. È tardi, è davvero il tempo di vivere.

Da gustare

 

  • Granda Familio (in foto)
    Bello e bio, con granola, ciotola di semi, mirtilli e una parola d’ordine: “Remembering that we are one big family on this earth”.1-chōme-1-18 Nakazakinishi, Kita-ku
  • Zipangu Curry Café
    Davvero un buon curry con il suo dashi abbondante, il lungo bancone e la clientela cordiale.
    3-chōme-3-4 Nakazakinishi, Kita-ku
    Tel. +81 080-3788-5693
    zipanguonlineshop.com


  • Salon de AManTo
    La casa risale al 1880, vi si beve tè o caffè, e vi si organizzano periodicamente performance.
    1-chōme-7-26 Nakazakinishi,
    Kita-ku
Shopping

 

  • Tsutaya Bookstore (in foto)
    Una libreria-caffè, dove ci si può ritrovare in buona compagnia.
    1-5 Tsurunochō, Kita-ku
    Tel. +81 6-6373-7373

  • Sunny Tailor
    Era un bellissimo negozio;
    dopo essersi trasferito, continua il suo superbo lavoro artigianale su misura; vestiti, camicie, grembiuli. 
    sunnydaytailor

  • Nijiyura Way
    Ecco un indirizzo adorabile, arretrato rispetto alla strada, con regali perfetti da portare a casa: i tenugui, piccoli foulard artigianali.
    Nakazakinishi, Kita-ku
    nijiyura.com
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